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Un nuovo ecosistema per il trasferimento tecnologico

di Piero Boccardo (Dipartimento Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio).


Ho letto con loto interesse il post di Luca Staricco inerente la valorizzazione della proprietà industriale; i dati fanno emergere con chiarezza la propensione del sistema torinese alla brevettazione ma, nel contempo, la sua scarsa attitudine alla valorizzazione industriale dei risultati della ricerca.

Avendo seguito il tema della proprietà industriale per alcuni anni della mia vita, uno dei temi su di cui mi sono sempre imbattuto riguardava proprio la valorizzazione industriale dei brevetti. Non bisogna nascondere che una buona quantità di brevetti, non ha alcuna possibilità di essere sfruttato industrialmente, sia per l'inapplicabilità industriale dell'idea originale, che per questioni legate alla prototipazione a scala di produzione, di un'idea ancora "immatura" e non sufficientemente organizzata a livello di analisi di mercato. E' poi necessario ribadire che, la brevettazione è solo il primo passo di un iter che ha come obiettivo finale quello di tutelare la privativa industriale stessa e quindi, organizzare tutte le attività legate allo scouting tecnologico della concorrenza per eventualmente intraprendere azioni legali a tutela di possibili "infrigements" di una o più rivendicazioni brevettuali.

Credo che il Politecnico debba e possa costruire una filiera più efficiente nel campo del trasferimento tecnologico e in particolare per lo sfruttamento della proprietà industriale. La sinergia con le due principali fondazioni di origine bancaria del nostro territorio (Compagnia di San Paolo e CRT), associazioni industriali ed enti territoriali ai diversi livelli, deve favorire l'idea di una fondazione della ricerca in cui si sviluppino domini orizzontali di ricerca (ad esempio l'ICT, il territorio, i cambiamenti climatici, ecc.) in cui innestare eccellenze rappresentabili in piccoli gruppi di ricerca che agiscano di domini verticali (ad esempio l'innovazione nella mobilità, il crowdmapping, i fab space, ecc.) capaci, a seguito di un attento scouting tecnologico e sociale, di lavorare su idee innovative, brevettabili e soprattutto sfruttabili industrialmente anche con il supporto di una struttura agile e multidisciplinare che aiuti i ricercatori ad orientarsi per il meglio nella loro attività di ricerca. Tutto ciò, favorendo una collaborazione efficace e trasparente tra Dipartimenti e Fondazione politecnica (l'attuale Links) allo scopo di accelerare idee innovative mettendo a punto un ecosistema adatto (organizzativo, logistico e premiale) e capace di sfruttare i risultati della ricerca, creando imprenditorialità, occupazione e competenze da mantenere nella nostra regione.