Caro Ministro...

Il prossimo Rettore dovrà non solo operare con perseveranza per promuovere la comunità politecnica e farla lavorare nel migliore dei modi, ma anche segnare un forte cambio di rotta nei rapporti con i decisori politici, perché modifichino o aboliscano una serie di inique disposizioni che condizionano pesantemente il nostro operato, tolgono dignità, mortificano e dividono una comunità che dovrebbe invece operare coesa e motivata.

Ritengo che il Rettore dovrà farsi promotore verso il governo e/o il legislatore delle seguenti istanze:

  • Eliminare o quanto meno ridurre in modo consistente le disposizioni che determinano l’iper-regolamentazione burocratica (MEPA, CONSIP, codice appalti, limiti all’acquisto di beni e servizi, limiti alla contrattazione integrativa del personale tecnico, amministrativo e bibliotecario, difficoltà amministrative alla realizzazione di progetti formativi e di ricerca inter-universitari, ecc.).
  • Dare corso a un consistente piano di assunzione di ricercatori a tempo determinato di tipo b (RTDB), per ora senza copertura nella finanziaria 2017, per risolvere il problema del precariato e del ricambio generazionale, e per dare una risposta adeguata alla forte necessità di incrementare il corpo docente, esigenza sentita dal nostro Ateneo in modo particolare.
  • Investire nel diritto allo studio per consentire a sempre più studenti di affrontare gli studi universitari, così da recuperare il significativo ritardo accumulato dal nostro Paese rispetto al resto d’Europa.
  • Porre rimedio, anche con compensazioni, ai blocchi di progressione salariali subiti da tutto il nostro personale (docenti, ricercatori e personale tecnico, amministrativo e bibliotecario), spesso con misure che non hanno trovato corrispettivi in altri comparti del pubblico impiego.
  • Puntare al miglioramento continuo dell’Università italiana, abbandonando alcune modalità di valutazione divisive, che producono danni rilevanti sullo spirito di collaborazione tra docenti e vanno in parte a scapito della qualità della didattica che eroghiamo e della ricerca che conduciamo.
  • Migliorare le politiche nazionali per conseguire un’effettiva parità di genere, per esempio ispirandosi alle politiche già in atto a livello dell’Unione Europea.
  • Rivedere le linee guida per le modalità di selezione di ricercatori e docenti, come pure quelle di accreditamento di corsi di studio e dottorati di ricerca. Tali modalità non sono adeguate a favorire la collaborazione tra diverse competenze, essendo troppo legate ai singoli settori disciplinari, laddove la ricerca e la formazione inter- e multi-disciplinare sarà sempre più importante.
  • Tornare a investire senza condizionamenti nel finanziamento dell’Università italiana, largamente sotto-finanziata nel suo complesso, attuando una politica nazionale credibile che arresti la progressiva e irreversibile migrazione della popolazione studentesca verso il settentrione. La mobilità studentesca è un valore, ma non a senso unico.

L’Università può e deve esercitare una forte influenza sulle dinamiche sociali e di conseguenza sui decisori politici, specialmente se è, come il Politecnico di Torino, una Università sana, forte e fondamentale per il futuro del nostro Paese. Sono certo che un Rettore ben motivato e gratificato dal supporto di tutto il personale universitario e degli studenti, possa riuscire a ottenere molti dei cambiamenti di rotta auspicati.

Mi candiderò nella prospettiva di essere, se eletto, questo tipo di Rettore, per operare senza esitazione e con perseveranza in questa necessaria direzione.