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PROMUOVERE: Il nostro Ateneo, con grande spirito di servizio, fa fronte alla formazione di un numero di studenti per docente quasi doppio rispetto alla media delle università italiane. Ciò nonostante continua a produrre ricerca, trasferimento tecnologico e condivisione della conoscenza, come attestato da innumerevoli riconoscimenti nazionali e internazionali. Vista la situazione, è indispensabile aumentare il nostro organico attraverso investimenti straordinari del Ministero per piani straordinari di reclutamento e un ruolo attivo del territorio (e delle Fondazioni in particolare) per il finanziamento di posizioni con fondi esterni attraverso gli strumenti che la legge ci mette a disposizione (D.Lgs. 29/03/2012, n. 49; L. 30/12/2010, n. 240; MIUR.AOODGUN.REGISTRO UFFICIALE(U).0021381.17-10-2013; Nota MIUR 8312 del 5/4/2013; Nota MIUR 3096 dell’11/3/2015).

In particolare servono:

  • Un incremento delle risorse umane: nuovi docenti, ricercatori (ed in particolare RTDB), tecnici, amministrativi e bibliotecari. Le assunzioni dovranno far leva in prima istanza sul personale di ricerca precario, garantendo peraltro immissioni dall’esterno dell’Ateneo.
  • Più progressioni di carriera: le prospettive di carriera sono indispensabili per motivare chi è già nel nostro organico e per far crescere la nuova classe dirigente che dovrà prendersi cura del nostro Ateneo.

Le strutture dipartimentali devono poter declinare un proprio piano strategico conseguente a quello di Ateneo e dotarsi di proprie regole chiare e verificabili che consentano loro di proporre una coerente programmazione pluriennale del personale docente e ricercatore mostrando capacità di visione della propria azione futura, trasparenza e consapevolezza. Lo stesso deve capitare per il personale TAB che deve anch’esso godere di un armonico equilibrio tra le progressioni di carriera e le nuove immissioni.

Tutti coloro che ogni giorno lavorano al Politecnico, ciascuno con le proprie competenze, devono poter condividere aspettative, motivazioni e ragionevoli prospettive di carriera.


SEMPLIFICARE: È indispensabile un cambiamento di paradigma dal quale dipende buona parte del successo delle altre proposte contenute nel programma di governo. Dobbiamo ridurre la burocrazia.

Occorre ridurre drasticamente il carico di lavoro a cui siamo sottoposti dalla iper-regolamentazione vigente in tutti i settori in cui operiamo. Oltre a sottrarre tempo e lucidità e a far sprecare risorse e opportunità, crea un senso di frustrazione in tutti esacerbando gli animi e le relazioni inter-personali. Rispettare regole e adempimenti è fondamentale per una corretta organizzazione, ma occorrono regole e adempimenti semplici, che non innalzino ostacoli e rallentino il lavoro.

Si può semplificare operando su diversi assi:

  • Attraverso la rivisitazione dei processi amministrativi seguita da una loro digitalizzazione.
  • Facendo della semplificazione la bandiera dei progetti del personale TAB.
  • Con assunzioni di responsabilità da parte degli Organi di Governo e, in particolare, del Consiglio di Amministrazione, ovunque normativamente possibile, basati su principi di tempestività, economicità e proporzionalità dell’azione amministrativa rispetto agli importi degli acquisti che la stessa legge dice di considerare (Art. 30, comma 1, D.Lgs. 50/2016).
  • assumendo che ad ogni nuova iniziativa da avviare occorre trovarne un’altra a cui rinunciare.

Il tempo perso in burocrazia inutile significa spreco di danaro pubblico e minore energie da dedicare alle nostre missioni fondamentali.


PARTECIPARE: Un Ateneo complesso come il nostro necessita di una distribuzione di responsabilità per poter dare i suoi frutti migliori.

Chiusa la fase di avvio della riforma dettata dalla L240/10 dove la centralizzazione di molte decisioni era forse necessaria, dobbiamo riconoscere alle strutture – per la formazione, per la ricerca, per l’amministrazione, per i servizi tecnici – un compito di gestione che comprenda la loro piena responsabilità, senza dimenticare che per costruire il nostro futuro è indispensabile la partecipazione di coloro che vi operano quotidianamente. Solo in questo modo si riuscirà a rafforzare il senso di appartenenza e la consapevolezza.

Diamo più responsabilità ai nostri ricercatori e ai nostri professori associati nel condurre in prima persona progetti di ricerca e formativi. Forniamo al contempo a chi è già arrivato ai vertici della carriera le giuste motivazioni per continuare a lavorare con entusiasmo e beneficio per la nostra comunità. Creiamo le condizioni perché il personale TAB tragga le giuste soddisfazioni dal risolvere problemi in prima persona per fare procedere le tante nostre iniziative. Diamo infine ai nostri stessi studenti l’opportunità di diventare protagonisti del loro processo di formazione, garantendo per quanto possibile un ruolo più attivo negli insegnamenti, perché aumenti il loro senso critico e diventino professionisti sempre più capaci e dotati di responsabilità sociale.

Nelle aree “Governance”, “Formazione e Cultura” e “Ricerca e Trasferimento Tecnologico” di questo sito troverete molte altre proposte e iniziative per incrementare il livello della partecipazione.


COLLABORARE: Superiamo ogni esasperazione di competizione individualista nell’Ateneo e puntiamo verso gruppi di lavoro coesi, motivati ed efficienti i nostri più alti obiettivi.

Incentiviamo il lavoro di squadra a qualsiasi livello della nostra governance. In particolare:

  • Spendiamoci per incrementare il senso di fiducia nell’altro e le occasioni per “progredire tutti insieme” a qualsiasi livello, dalle classi di studenti ai gruppi di ricerca, dalle strutture dipartimentali ai Collegi e agli Organi di Governo.
  • Spostiamo la competizione tra i singoli ricercatori e docenti, già fortemente incentivata da pratiche come le Abilitazioni Scientifiche Nazionali, per premiare il gioco di squadra.
  • Per il personale TAB superiamo l’attuale modello di distribuzione del salario accessorio premiando il lavoro delle squadre che realizzano insieme progetti, senza attribuire votazioni ai singoli con l’eccezione dei ruoli di particolare responsabilità.
  • Indirizziamo la competizione verso l’esterno per continuare a far crescere insieme la credibilità scientifica e la forza attrattiva del nostro Ateneo. Lavorare in un’università internazionale e dalla grande reputazione ha ricadute positive sul lavoro di tutti.


PROGETTARE: L’Università ha il dovere di essere sempre un passo avanti perché le donne e gli uomini che forma sono il nostro futuro.

Ogni volta che accogliamo uno studente questo potrà produrre un impatto significativo sulla società solo dopo una decina di anni (in media sette anni per laurearsi e altri tre per entrare pienamente e produttivamente nel mondo del lavoro). Allo stesso modo, nel fare innovazione apriamo i nostri uffici e i nostri laboratori alle sfide più ambiziose perché solo così potremo sperare di influire positivamente sulle dinamiche di una società i cui comparti produttivi sono in profonda crisi e dare linfa a quel cambio di paradigma che è fortemente atteso dal nostro Paese.

Guardiamo dunque avanti con la giusta ambizione perché la società ha bisogno di giovani che, dopo aver ricevuto adeguate competenze, siano in grado di incidere sul futuro, come pure delle scoperte e delle innovazioni che sapremo trasferire alla comunità scientifica, alle imprese, e agli enti territoriali.

Ma per far questo è necessaria una rivisitazione di tutti i nostri percorsi formativi a risorse di crediti aumentate per formare chi interverrà in quel futuro. Anche grazie a chi ha gestito con parsimonia la nostra offerta formativa, potremo dare corpo a questo progetto con un 10% di risorse aggiuntive di crediti formativi. Comunicheremo questo new-deal alla Società per garantirne il massimo impatto. Coglieremo i nostri obiettivi formativi operando in serenità, senza più controlli puntuali, ma con una valutazione pluriennale ex post (per esempio dopo due cicli di lauree magistrali) che ci serva a migliorare e aggiornare progressivamente i nostri corsi di laurea.


MIGLIORARE: In un’epoca in cui la parola etica è scomparsa dal nostro vocabolario, è di fondamentale importanza non solo quello che facciamo, ma anche come lo facciamo. Torniamo a considerare la qualità come una condizione ordinaria. Non una qualità formale fatta di adempimenti seriali, ma una qualità concreta e appagante, ricca di contenuti:

  • Perseguiamo la qualità della formazione, della ricerca, del trasferimento tecnologico e della gestione amministrativa nel lavoro quotidiano.
  • Puntiamo alla qualità della vita e qualità dell’ambiente in un campus sostenibile a vantaggio di tutti quelli che lo frequentano.
  • Alla qualità ispiriamo i criteri dei concorsi, restituendo importanza a tutto ciò che di buono viene fatto quando si opera per il bene della nostra comunità. Per esempio, nel caso di docenti e ricercatori non solo ricerca, ma anche formazione e supporto ai processi organizzativi, che oggi hanno una importanza secondaria.