I nuovi orizzonti della nostra ricerca
PRINCIPI E VALORI
- Creare le migliori condizioni per fare ricerca di qualità nel pieno rispetto della libertà di azione di ogni docente e ricercatore.
- Promuovere la collaborazione tra ricercatori nell’ambito di una disciplina o di più discipline per la risoluzione dei complessi problemi posti da una società in rapido cambiamento.
- Favorire ogni tipo di ricerca scientifica, da quella fondamentale a quella applicata, da quella collaborativa a quella su committenza industriale.
OBIETTIVI E AZIONI
- Investire in risorse umane per la ricerca: richiedere un significativo intervento dello Stato nel finanziamento pluriennale straordinario di posizioni di ricercatore RTDB; acquisire sul territorio risorse libere da condizionamenti per 5-10 milioni di euro/annui per finanziare ulteriori posizioni di RTDB nella misura media orientativa di dieci all’anno, con evidente beneficio sulla possibile stabilizzazione dei nostri precari della ricerca e sull’incremento della nostra numerosità di docenti; aumentare la borsa di dottorato a 1600 euro/mese perché, grazie anche a un’azione mirata di ricerca presso Università di grado pari alla nostra, cresca significativamente il flusso di dottorandi stranieri provenienti da nazioni culturalmente affini all’Italia; fare in modo che in ogni area culturale siano disponibili borse di Ateneo in quantità congrua, senza esclusioni; continuare a finanziare borse RTDA di Ateneo promuovendo anche in quest’ambito una internazionalizzazione per quanto possibile; fare in modo che i professori associati o i ricercatori possano farsi maggiormente carico della responsabilità di progetti di ricerca; investire in tecnici di laboratorio sia per la cura dei laboratori di ricerca e didattici sia per la gestione di grandi apparecchiature che richiedono profili di alta specializzazione; coordinare le strategie di crescita della Scuola di Dottorato con quelle dei Dipartimenti e con le iniziative interdisciplinari di Ateneo.
- Garantire le condizioni per avere congrui fondi pubblici per la ricerca: : confermare il finanziamento per la ricerca ai singoli, prevedendo dopo qualche anno una sua valutazione allo scopo di migliorarne i risultati; garantire finanziamenti “di ingresso” per RTDA/RTDB e professori acquisiti da altri Atenei o centri di ricerca; garantire incentivazioni a chi, nonostante la grande competizione, riesce a vincere progetti a bando; creare una task force in grado di formulare con credibilità significativi piani di disseminazione, business plan, analisi di impatto sui mercati, analisi sociologiche, analisi etiche, ecc. per arricchire le nostre proposte progettuali in ambito europeo e nazionale; aumentare la nostra “presenza” a Bruxelles, come pure la nostra capacità di influire sui contenuti dei programmi quadro europei e dei bandi specifici; creare reti di infrastrutture di ricerca di sufficiente massa critica con cui presentarci in modo sempre più efficace e autorevole in Europa oggi e nel prossimo programma quadro; prendere parte alla ricerca promossa a livello regionale e nazionale per contribuire alla crescita del nostro territorio.
- Favorire un incremento significativo del volume della ricerca industriale e delle collaborazioni con gli Enti Territoriali:: sostenere e ampliare i partenariati industriali; creare un’Anagrafe della Ricerca di Ateneo che consenta di individuare con rapidità, efficacia e trasparenza chi in Ateneo possiede determinate competenze al fine di proporgli in modo mirato occasioni di ricerca industriale o bandi di ricerca pubblica; allestire una Show Room per un rapido viaggio nelle nostre tecnologie; creare un sito internet divulgativo con lo stesso scopo sul modello di FRIDA (UNITO); rivedere la policy sulla protezione intellettuale del Politecnico in un’ottica meno rivendicativa e vincolante; rafforzare le operazioni di networking svolte dal CARTT e dal Laboratorio Interdipartimentale di Trasferimento Tecnologico; investire con fondi di Ateneo perché, nelle attuali condizioni di difficoltà finanziaria degli Enti Territoriali, non si interrompa la collaborazione con i nostri docenti delle aree dell’Architettura, del Design e della Pianificazione Territoriale.
- Recuperare tempo da dedicare alla ricerca: varare un grande piano di Ateneo per la semplificazione della burocrazia e degli adempimenti richiesti ai docenti e ricercatori. Ne parlo in un capitolo apposito del programma.
- Investire nei laboratori per fare buona ricerca: sostenere con investimenti diretti l’acquisizione di grandi apparecchiature per la ricerca disciplinare e la loro relativa messa in opera in spazi laboratoriali adeguati; investire maggiormente sia nella sicurezza dei nostri laboratori sia nella loro “presentabilità”; razionalizzare l’uso delle macchine per i calcoli computazionali come pure l’accesso a sistemi di calcolo esterni (per esempio CINECA); favorire la formazione di gruppi di ricerca o collaborazioni tra docenti con buona massa critica che possano promuovere importanti investimenti in apparecchiature e strutture condivise.
- Promuovere la ricerca interdisciplinare: favorire la ricerca interdisciplinare secondo la linea avviata (laboratori associati ad ampie aree tematiche e laboratori focalizzati); eliminare le barriere che oggi si frappongono alla piena realizzazione degli obiettivi di questi laboratori (assenza di spazi dedicati e relativa impiantistica, definizione di un corretto supporto amministrativo, modalità di interazione e ingaggio con i dipartimenti, ecc.); promuovere bandi specifici per la collaborazione tra le aree culturali dell’Architettura e dell’Ingegneria; intensificare la collaborazione con altre Università, italiane o estere, iniziando dall’Università di Torino, sede di competenze in gran parte complementari alle nostre.
- Promuovere l’internazionalizzazione della nostra ricerca: sostenere sia la mobilità internazionale dei nostri dottorandi, ricercatori e docenti sia l’arruolamento di pari ruolo da università straniere; creazione di hub del Politecnico di Torino in grado di operare con agilità e prontezza sul territorio per cogliere le opportunità di collaborazione offerte da contesti internazionali di particolare interesse (Cina, Uzbekistan, Corea del Sud, Malesia, ecc. – o addirittura gli stessi Stati Uniti) sul modello del China Centre in fase di definizione.
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