Proposte per i nuovi orizzonti della nostra ricerca

Per raggiungere valori analoghi a quelli della Francia o dell’Inghilterra e iniziare una forte campagna di internazionalizzazione della nostra ricerca con università pari grado nostro, ospitando dottorandi dall’estero con una preparazione più simile alla nostra rispetto a quanto accade oggi, ed avendo nostri studenti a fare il dottorato per costruire una solida rete di ex allievi e porre le basi per un loro rientro con la quota del 20% di POM da investire su esterni.

A far leva su un Nucleo di Valutazione terzo rispetto a tutti, Rettore e CdA compresi, avviamo al nostro interno una sistema rigoroso per la valutazione delle nostre proposte su bandi interni (laboratori interdipartimentali, progetti internazionali, proof-of-concept, ecc.) con revisori esterni anonimi scelti per competenza dal Nucleo.

Sempre più importanti in particolare nelle proposte gli aspetti economici (business cases), di impatto sulla società, di condivisione della conoscenza, giuridici ed etici. Facendo riferimento a un Coordinamento di Ateneo dei nostri docenti delle aree delle Scienze dell’Uomo e della Società assumiamo esperti che ci aiutino a scrivere meglio le nostre proposte dandoci così un importante vantaggio competitivo.

Recuperiamo il gusto per la produzione di ricerca di qualità, torniamo a scrivere articoli di spessore e non tanti episodi seriali, diamo valore anche nei nostri concorsi interni alla ricerca fatta bene, leggiamo e giudichiamo gli articoli, non pesiamoli solo con numeri bibliometrici che ogni giorno perdono di credibilità.

Programmiamo con credibilità e certezza quanto necessario (spazi, impianti, regole di ingaggio con i dipartimenti, hub amministrativi, regole che non penalizzino la ricerca interdisciplinare nei concorsi, ecc.) per rendere le nostre azioni nella ricerca interdisciplinare attive il prima possibile. Non viviamo di slogan ma di solide e concrete prospettive di impatto della nostra ricerca.

Senza le discipline non possono esistere le ricerche interdisciplinari. Investiamo credibilmente nei laboratori disciplinari con grandi apparecchiature e tecnici qualificati. Mettiamo in relazione la ricerca disciplinare con quella interdisciplinare con chiare regole di ingaggio.

Perché ognuno possa con la ricerca crescere intellettualmente e svolgere al contempo al meglio la propria attività di docente indipendentemente dalla disponibilità di opportunità di finanziamento (da enti esterni o a bando) nella sua area. Tra qualche anno valuteremo i risultati di questa azione per migliorarla ulteriormente nelle modalità.

La ricerca europea rappresenta la più grande opportunità per il finanziamento della ricerca. Cerchiamo di essere ancor più presenti a Bruxelles per portare le ragioni della nostra ricerca e influire sui contenuti dei programmi quadro europei e dei bandi specifici. Contribuiamo a creare reti di infrastrutture di ricerca di sufficiente massa critica con cui presentarci ancora più efficacemente ed autorevolmente in Europa oggi e nel prossimo Programma Quadro.

Nel prossimo futuro è prevedibile un incremento delle ricerche in Ateneo su temi sensibili sotto il profilo etico. Dotiamoci anche noi, come le migliori università al mondo a altre in Italia, di un comitato etico che garantisca la validità dei nostri approcci di ricerca sotto questo profilo.

Nel prossimo futuro è prevedibile un incremento delle ricerche in Ateneo su temi sensibili sotto il profilo etico. Dotiamoci anche noi, come le migliori università al mondo a altre in Italia, di un comitato etico che garantisca la validità dei nostri approcci di ricerca sotto questo profilo.

Continuiamo a garantire finanziamenti “di ingresso” per RTDA/RTDB e professori acquisiti da altri Atenei o centri di ricerca, come pure incentivazioni a chi, nonostante la grande competizione, riesce a vincere progetti a bando.

La maturazione di una nuova classe dirigente per il nostro Ateneo passa attraverso l’assunzione diretta di responsabilità nella ricerca di chi ancora non è arrivato ai vertici della carriera universitaria. Dobbiamo mettere in campo incentivi perché a professori associati e ricercatori sia data più frequentemente la responsabilità diretta di progetti di ricerca finanziata dall’industria, da enti esterni o a bando.

Allestiamo nel nostro Centro Culturale una Show Room per un rapido viaggio nelle nostre ricerche e nelle nostre tecnologie senza dover entrare nei nostri laboratori; prepariamo un sito internet gradevole e divulgativo che presenti le nostre ricerche seguendo il modello del sito FRIDA dell’Università di Torino.

Creare una Anagrafe della Ricerca di Ateneo, un database snello che consenta di individuare con rapidità, efficacia e trasparenza chi è esperto di che cosa in Ateneo, per potergli proporre in modo mirato occasioni di ricerca industriale o bandi di ricerca pubblica di interesse.

Così importante per mantenerci aggiornati e ammodernare i contenuti dei nostri insegnamenti specialistici, per alimentare il fondo integrativo del personale TAB e per ricavare fondi liberi da vincoli di rendicontazione, rilanciamo la nostra ricerca industriale, incrementando i partenariati con grandi aziende, rafforzando le operazioni di networking dal CARTT e dal Laboratorio Interdipartimentale di Trasferimento Tecnologico, favorendo logiche di filiera anche con i nostri laboratori interdisciplinari, rivedendo la policy sulla protezione intellettuale del Politecnico in un’ottica meno rivendicativa e vincolante.

Pur nelle attuali condizioni di difficoltà finanziaria degli Enti Territoriali, facciamo in modo che non si interrompa la collaborazione tra i nostri docenti delle aree dell’Architettura, del Design e della Pianificazione Territoriale con questi ultimi, anche attraverso specifici investimenti del nostro Ateneo. In cambio chiediamo che la nostra Città diventi sempre più un laboratorio aperto per i nostri studenti in Architettura, Design, Pianificazione Territoriale e nelle Ingegnerie dell’Ambiente e del Costruito.

Sosteniamo a cofinanziamento l’acquisizione di grandi apparecchiature per la ricerca disciplinare e la relativa messa in opera in spazi laboratoriali adeguati; investiamo di più nella sicurezza e nella loro «presentabilità» dei nostri laboratori; razionalizzare l’uso delle macchine per i calcoli computazionali come pure l’accesso a sistemi di calcolo esterni (es. CINECA).

Promuoviamo bandi specifici di Ateneo la ricerca collaborativa tra le aree culturali dell’Architettura e dell’Ingegneria; intensifichiamo la collaborazione con altre Università, italiane o estere, a cominciare dall’Università di Torino, sede di competenze in gran parte complementari alle nostre; semplifichiamo la burocrazia perché tali collaborazioni possano essere efficaci.

Creiamo hub del Politecnico di Torino in grado di operare con agilità e prontezza sul territorio per cogliere le opportunità di collaborazione offerte da contesti internazionali di nostro interesse (Cina, Uzbekistan, Sud Corea, Malesia, ecc., o addirittura gli stessi Stati Uniti, nella bay area) sul modello del China Centre in fase di definizione.