Proposte per valorizzare la nostra prima missione: la didattica

9 studenti delle scuole superiori su 10 faranno mestieri che ancora non esistono. Grazie ai margini di manovra che ci sono stati conferiti dalla precedente gestione, riprogettiamo la nostra formazione con un 5% di crediti aggiuntivi per rinnovate lauree magistrali con uno sguardo a 10 anni per arricchirne i contenuti di concerto con l’industria e gli enti territoriali, la componente progettuale, anche multidisciplinare, delle nostre lauree magistrali, procedere allo sdoppiamento di classi troppo numerose per una didattica che renda protagonisti gli studenti e valorizzi il rapporto docente-studente, ospitare nuovi strumenti didattici, ecc.

Anche per questo occorre assolutamente incrementare il nostro corpo docente, e di conseguenza le ore di didattica erogabili, oltre a quanto compatibile con il solo turn-over. Il nostro rapporto studenti/docenti è tra i più elevati di Italia (circa 40:1).

Il nuovo progetto formativo del Politecnico andrà pubblicizzato con sempre maggiore efficacia in ogni sua componente per far sì che ogni corso di studio possa avere il massimo grado di attrattività di studenti e colpisca nel segno di preparare i nuovi professionisti che servono alla nostra industria e alla società.

La bontà del nuovo progetto della nostra offerta formativa ci consentirà di attuarla con meno vincoli. Se un insegnamento ha una ragione d’essere per le nuove lauree magistrali non lo si spegne per un numero di studenti sotto soglia. Fatti salvi i vincoli di legge della L382/80 e della L240/10, le ore di didattica frontale dei docenti devono essere garantite complessivamente a livello dipartimentale con più libertà delle strutture nel concedere sgravi a fronte di altre attività importanti legate alla didattica stessa (es. altre forme di didattica frontale o di organizzazione della stessa), alla ricerca o alla organizzazione. I percorsi formativi andranno valutati dopo 4 anni (es. due cicli di magistrali) da commissioni di esperti e attraverso i pareri degli studenti laureati per trarre indicazioni su come migliorare ulteriormente il progetto formativo.

Usiamo le materie a scelta del primo anno per iniziare a visitare i mondi delle tecnologie di cui gli studenti diventeranno professionisti. Decliniamo le materie di base perché diano qualche esempio in più delle loro potenzialità nel mondo delle tecnologie.

Pur essendo i docenti totalmente indipendenti nello scegliere i modi con cui cogliere nel segno dell’apprendimento dei loro studenti, mettiamo loro a disposizione un laboratorio per il miglioramento della didattica dove possano imparare con esperti a utilizzare al meglio nuovi approcci pedagogici (es progetti multidisciplinari, la risoluzione di problemi complessi in squadra, il learning by doing), nuove tecnologie per la didattica (software, hardware, laboratori multimediali, ecc.), l’uso della lingua inglese nell’insegnamento, nuovi modi di impostare l’esame, ecc.

Alla sua azione formativa in Uzbekistan il Politecnico dovrà assommare un ruolo cardine nella consulenza, nella ricerca e nel trasferimento tecnologico per lo sviluppo di quel territorio, in sinergia con l’industria italiana, grazie ad accordi di alto profilo tra il governo locale, noi e i ministeri italiani di interesse (MISE, Farnesina, ecc.). Occorre anche cooperare più strettamente con le altre università uzbeke per approvvigionare candidati uzbeki di qualità per percorsi di dottorato a Torino prodromici alla formazione di una classe di docenti uzbeki

Stimoliamo la capacità di risoluzione di problemi complessi (problem-solving), e prima ancora di definizione di tali problemi anche con l’aiuto delle scienze umane e sociali (problem-setting), la progettualità, la capacità di lavorare in gruppo (apprendimento tra pari), l’incontro multiculturale; privilegiamo la loro capacità di affrontare il cambiamento anziché la professionalizzazione spinta.

Negli sviluppi edilizi della nostra Cittadella Politecnica prevediamo un grande laboratorio tecnologico per gli studenti dove essi possano realizzare le loro opere in team, un laboratorio con hub di tecnici e apparecchiature per lavorazioni meccaniche su materiali diversi, elettriche, elettroniche, ecc. così da aprire tutte le porte alla loro creatività senza necessità di impattare sulle strutture dipartimentali, meno accessibili.

Riprogettiamo le aule con un miglior utilizzo degli spazi e migliori dotazioni informatiche (ad es. radicale miglioramento delle aule di via Boggio). Creiamo spazi adeguati alle nuove modalità didattiche come ad esempio le flipped classrooms ovvero aule con banchi mobili atte a alternare momenti di didattica frontale con attività progettuali in team; realizziamo compiutamente i progetti delle nuove aule dell’Asse del Po e della Cittadella Politecnica. Investiamo in nuovi laboratori didattici che consentano di apprendere “toccando con mano”. Miglioriamo ovunque la logistica per evitare assembramenti eccessivi.

Come università pubblica, diamo una risposta responsabile alla richiesta di formazione di un numero crescente di studenti, ma manteniamo la selezione all’ingresso della triennale confermando gli stessi standard di selezione anche per gli studenti stranieri come fatto negli ultimi anni. Estendiamo i processi di selezione anche al livello magistrale. Teniamo conto nell’immatricolazione degli studenti che alcune lauree (es ing. Elettrica, ing. Edile, ecc.) vedono tra gli aspiranti molti diplomati di istituti tecnici la cui attitudine e preparazione è valutata meno efficacemente dai test di ingresso.

Forniamo efficaci servizi di accoglienza alle matricole. Orientiamoli nel politecnico con pacchetti multimediali (in corso di allestimento) e visite guidate. Diamo servizi di mediazione culturale agli studenti stranieri, magari forniti da loro connazionali già da più anni al Poli.Da anni il nostro Ateneo si distingue per i servizi di accoglienza delle nuove matricole. Continuiamo a migliorarli. Forniamo efficaci servizi di accoglienza alle matricole. Orientiamoli nel politecnico con un numero crescente di pacchetti multimediali (in corso di allestimento) e visite guidate. Diamo sempre più servizi di mediazione culturale agli studenti stranieri, magari forniti da loro connazionali già da più anni al Poli.

Ogni ora di didattica erogata nelle Scuole di Dottorato e della Scuola di Specializzazione deve essere conteggiata ai fini del carico didattico dei docenti al pari di quelle di primo e secondo livello. Potenziamo e razionalizziamo l’offerta formativa di base dei corsi di dottorato, facendo anche un uso più importante di docenti stranieri o da altre università. Favoriamo la circolazione dei contenuti formativi sviluppati, nell’Ateneo e fuori di esso. Riprendiamo a consolidare reti di dottorati settoriali e i confronti inter-sede.

Favorire senza timore la mobilità outgoing dei nostri studenti potenziare le doppie lauree. L’esperienza all’estero dei nostri laureandi è altamente formativa. Creare le condizioni per una maggiore attrattività di studenti stranieri ma senza rinunciare alla richiesta di buoni pre-requisiti. La competizione con le nuove aree di attrazione studentesca (Cina, Singapore, Corea del Sud) va condotta sul piano della qualità anche con l’erogazione di corsi in lingua inglese, borse di studio e servizi dedicati (es. progetto TOPoliTO).

Porre attenzione al (nuovo) ruolo dell’Università nel Sistema di Istruzione e Formazione Superiore e al rapporto con gli ITS (con particolare attenzione al rilascio di crediti formativi), ma con molta attenzione a evitare doppioni e confusione, e dando comunque sempre priorità alla nostra azione sugli studi universitari di I e II livello.

Fare un bilancio sociale, non solo economico, dell’utilità e qualità dell’offerta, da intendersi anche come pilota di eventuali percorsi di II livello, in collaborazione tra Didattica, Ricerca, Trasferimento Tecnologico; nei Master operare con maggior libertà di intrapresa anche attraverso il comitato esecutivo delegato di recente istituzione. Per la formazione continua e permanente recuperare complicità con gli Ordini Professionali per contribuire in sinergia con essi a percorsi formativi efficaci.

Favorire la creazione e la fidelizzazione di una comunità di ex-allievi, anche attraverso l’istituzione di un Career Service, per riceverne valutazioni della formazione ricevuta dopo aver affrontato il mondo del lavoro, creare opportunità di partenariati industriali, di collaborazioni con la Pubblica Amministrazione, di azioni di formazione permanente, di ricerca e di trasferimento tecnologico.

Favoriamo più scambi interdisciplinari anche incentivando le collaborazioni trasversali tra Dipartimenti e tra Collegi. Discutiamo della possibilità di aggregazioni in Collegi più ampi in alcuni casi mirati, laddove possibile, anche attraverso incentivi. Arginiamo la frammentazione della governance della didattica con un ruolo più riconoscibile e forte del coordinamento dei collegi.

La grande affluenza di studenti al Politecnico ha portato alla riduzione del tempo dedicato agli esami e a modalità più “spicce”. Questo a mio avviso ha reso meno efficace per l’apprendimento il modo in cui i nostri studenti si preparano. Ovunque possibile limitiamo i test e gli scritti a vagli preliminari della preparazione degli studenti e ridiamo importanza a un esame orale (o altre modalità che consentano di verificare la capacità degli studenti di realizzare progetti autonomi) per valutare come gli studenti abbiano maturato senso critico e autonomia di ragionamento attraverso lo studio. Per non oberare troppo i docenti utilizziamo “assistenti agli esami” sulla stregua di quelli che un tempo erano i cultori della materia.

Aumentiamo il riconoscimento dell’attività didattica nella selezione del personale docente e nelle modalità concorsuali. In prospettiva, ripristiniamo la lezione per l’ingresso nella docenza, RTDB e candidati non accademici. Diamo il giusto peso alla didattica nella programmazione del personale. Poniamo attenzione e favoriamo la concertazione tra dipartimenti e collegi nella scelta dei docenti più adatti per i singoli insegnamenti.

Migliorare il supporto capillare amministrativo ai docenti, ai CdS, ai Collegi perché i docenti coinvolti recuperino tempo da dedicare a attività più progettuali. Facciamo in modo che sia fornita assistenza tecnica per le commissioni di lavoro. Formiamo ancor meglio il personale amministrativo e tecnico per migliorare la gestione delle pratiche legate alla didattica. Investiamo sulla semplificazione degli iter decisionali evitando doppie delibere inutili.

Per essere di supporto ai nostri docenti impegnati alla TTPU cementando il loro senso di appartenenza, aiutandoli a risolvere problemi nella loro azione quotidiana da quelli burocratici a quelli sanitari. Stiamo vicini a chi porta la nostra cultura all’estero! Usiamo poi il nostro Teaching Lab per formare i docenti stranieri in nuce (es. dottorandi scelti da noi in base alla loro qualità) per far sì che questi impartiscano lezioni con il nostro standard qualitativo. Questo nella prospettiva di medio termine che si formi in Uzbekistan nel medio termine una classe docente locale del livello della nostra, pur mantenendo una base di docenza politecnica di almeno un 30% anche nel lungo termine per assicurare la qualità degli insegnamenti e il controllo degli esami.

In linea con il progetto di dare più importanza alla didattica nella formazione dei nuovi docenti, perché i nostri ricercatori traggano più stimolo a dedicare ad essa tempo e passione, nonché per un principio di equità rispetto ai docenti e ai ricercatori strutturati, retribuiamo le ore di didattica erogate dai nostri Ricercatori a Tempo Determinato oltre il limite dovuto per contratto (40 e 60 ore per RTDA ed RTDB, rispettivamente).