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Internazionalizzazione dell’ateneo

di Marco Santangelo (Dipartimento Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio).


Il livello di internazionalizzazione della ricerca e della didattica raggiunto dal Politecnico di Torino rappresenta uno dei punti di forza del nostro ateneo negli anni scorsi. Credo sia quindi importante prestare attenzione a come potenziare quanto esiste già, per migliorare la nostra capacità di essere sempre più presenti – e con maggior forza – nel contesto globale.

Mi preme sottolineare, in primo luogo e per esperienza diretta, il ruolo del personale che si occupa di internazionalizzazione della ricerca e della didattica in ateneo: è una squadra che brilla per dedizione, competenza e disponibilità. Un patrimonio intelligentemente costruito nel tempo e che dobbiamo valorizzare al massimo. La presenza di una squadra di livello così elevato è un ottimo punto di partenza per riprendere il tema dell’internazionalizzazione dell’ateneo nel quadro di politiche che siano discusse, condivise e chiare: ad esempio in termini di quali aree geografiche privilegiare, in una logica di razionalizzazione delle risorse disponibili (siano esse molte o poche).

Quali prospettive posso augurarmi e augurarci? Ecco alcuni passi che potremmo compiere e che spero possano essere discussi in ateneo in questa fase elettorale:

  • Didattica: proseguire e rafforzare il percorso di verifica e razionalizzazione (che non vuol dire semplicemente taglio) dei programmi di interscambio di studenti e docenti, tenendo conto di orizzonti di
    internazionalizzazione esplicitamente definiti dai dipartimenti e collegi in armonia con le indicazioni di ateneo;
  • Ricerca: immaginare una evoluzione della riuscita formula dei progetti di internazionalizzazione della ricerca, che hanno avuto il merito di aprire al mondo, in maniera concreta, settori molto diversi dell’ateneo. Una maggiore integrazione tra esigenze di internazionalizzazione e ricerca può passare per una promozione più incisiva della partecipazione a progetti di rilevanza internazionale (Horizon 2020 e cooperazione, tra gli altri), predisponendo progetti volti a rafforzare le reti esistenti, ad ampliarle, a scrivere le proposte, ecc. Tutte le operazioni ineludibili di costruzione di grandi progetti internazionali che possono trarre giovamento da un ateneo ancora più proattivo;
  • Personale tecnico amministrativo: rafforzare la partecipazione del personale TA ai programmi di scambio con altri atenei e centri di ricerca, nel quadro di progettualità definite in maniera esplicita dalla struttura di appartenenza;
  • Centri interdipartimentali e di competenza: il coinvolgimento dei centri interdipartimentali e di competenza di recente formazione mi pare necessario, sia in termini di armonizzazione degli obiettivi sia in termini di supporto dell’ateneo alle strategie di cooperazione internazionale.

Il ruolo dell’ateneo e delle sue politiche di internazionalizzazione in relazione al contesto torinese, piemontese, italiano e europeo implicano, mi sembra evidente, una riflessione sulle strategie di riposizionamento globale del Politecnico che non possono non tener conto di sinergie e specificità del territorio, del paese e dell’UE: dai rapporti con l’Università di Torino a quelli con i principali attori politici e economici del territorio, dalle relazioni con il MAE a quelle con i principali think tank del paese e dell’Unione Europea.

Mi auguro che il prossimo governo dell’ateneo sia capace di far crescere quanto già esiste e di rafforzare il ruolo del nostro ateneo nel contesto globale.